Quando il coniuge è responsabile per i maltrattamenti in famiglia
Il reato noto come maltrattamenti in famiglia si configura ogni qual volta un soggetto maltratta una persona appartenente alla sua famiglia o comunque con lui convivente o una persona sottoposta alla sua autorità o che gli è stata affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia o per l’esercizio di una professione o di un’arte.
Secondo la dottrina e la giurisprudenza può classificarsi come “maltrattante” qualsiasi complesso di atti prevaricatori, vessatori e oppressivi reiterati nel tempo, tali da produrre nella vittima un’apprezzabile sofferenza fisica o morale, o anche da pregiudicare il pieno e soddisfacente sviluppo della personalità della stessa. Per l’integrazione di questo diritto che attiene ai rapporti familiari, come evidenziano numerose pronunce, è necessaria una condotta di “vessazione” continuativa, che, pur potendo essere inframmezzata da periodi di “calma”, deve costituire fonte di un disagio continuo ed incompatibile con le normali condizioni di vita, altrimenti deve escludersi l’abitualità del comportamento. Alla stessa conclusione si giunge se gli atti persecutori vengono posti in essere in maniera reciproca, ovvero quando, ad esempio, entrambi i coniugi in più occasioni si insultano o si minacciano ovvero usano in danno reciproco violenza fisica e/o verbale.
Al riguardo si rinvia ad un recente caso che ha attirato l’attenzione delle principali testate giornalistiche laddove lo studio legale Ornato ha ottenuto dal Tribunale di Torino una significativa assoluzione per un marito separato ed accusato ingiustamente di gravi fatti in danno della moglie.
https://tg24.sky.it/torino/2022/03/15/torino-maltrattamenti-in-famiglia-assolto
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Studio legale Avvocato Massimo Ornato